Favoriti Maglia Rosa Giro d’Italia 2024: Tadej Pogačar su un pianeta a parte, Bardet, O’Connor e Thomas da podio – Occhio a Tiberi e Uijtdebroeks
Il momento della Grande Partenza del Giro d’Italia 2024 si avvicina sempre di più. La Corsa Rosa scatterà da Venaria Reale sabato 4 maggio e terrà compagnia agli appassionati per tre settimane che saranno, come sempre, ricche di colpi di scena. L’interesse di tutti sarà rivolto, ovviamente, al vincitore finale e a quella che sarà la composizione del podio di Roma, che verrà definito domenica 26 maggio, al termine delle 21 tappe previste. Quest’anno i pronostici per la Maglia Rosa sembrano obiettivamente chiusi, data la presenza di uno dei corridori più forti di questo periodo storico, Tadej Pogačar. I grandi rivali dello sloveno non ci sono e la sua strada verso una partecipazione d’esordio vittoriosa sembra avere, sulla carta, pochi ostacoli. Da vedere, però, come il corridore della UAE Team Emirates assorbirà tutte le eventuali insidie che una corsa di tre settimane può presentare lungo il suo svolgimento.
Albo d’Oro recente Giro d’Italia
2023 ROGLIČ Primož
2022 HINDLEY Jai
2021 BERNAL Egan
2020 GEOGHEGAN HART Tao
2019 CARAPAZ Richard
2018 FROOME Chris
2017 DUMOULIN Tom
2016 NIBALI Vincenzo
2015 CONTADOR Alberto
2014 QUINTANA Nairo
Favoriti Maglia Rosa Giro d’Italia 2024
Oggettivamente, senza sorprese clamorose, non si vede come Tadej Pogačar possa non vincere questo Giro d’Italia. Lo sloveno ha dimostrato di essere su un pianeta a parte rispetto a buonissima parte della concorrenza e gli altri campioni al suo livello, Jonas Vingegaard, in primis, ma anche eventuali rivali di pregio come Primož Roglič e Remco Evenepoel, non ci sono. La stella della UAE Team Emirates è all’esordio al Giro d’Italia e punta a vincere la Corsa Rosa per apparecchiare la tavola per la storica doppietta Giro-Tour, che ha deciso di provare in questa stagione. Il cammino di avvicinamento alla gara italiana ha visto Pogačar centellinare i giorni di corsa: in tutto, si è appuntato alla schiena dieci dorsali, ha vinto sette corse e ha chiuso terzo la Milano-Sanremo. Sulla carta, come detto, per la vittoria finale non c’è partita, e lo sloveno potrà contare su una squadra tutta votata alla sua causa, dove saranno soprattutto Rafał Majka e Felix Großschartner a scortarlo nelle giornate altimetricamente più impegnative.
I corridori di alto lignaggio però non mancano e tanti di questi vorranno provare ad approfittare di ogni singolo, eventuale, passaggio a vuoto del grande favorito per provare almeno a tenere aperto il discorso fino alla fine. Uno di questi è Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL), che torna al Giro dopo la brillante, e poi sfortunata, partecipazione del 2022 e che nelle ultime gare affrontate ha messo in mostra una buona condizione. Il francese ha dalla sua l’esperienza e una regolarità non comune, doti che potrebbero permettergli quantomeno di essere un serissimo candidato per il podio. Stesso discorso per Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), che è reduce dalla beffa del 2023, quando perse la Maglia Rosa all’ultima cronometro, e che, in quanto a regolarità, nell’arco di un Grande Giro, non è davvero secondo a nessuno. Il gallese va per i 38 anni (li compirà in occasione della penultima tappa) e non potrà sicuramente avere l’esplosività per stare con Pogačar in un eventuale scenario di attacco da parte dello sloveno. Thomas però è uno che ne ha viste tante e che, soprattutto, ha dalla sua una squadra decisamente ben assortita, che potrebbe anche mettere in atto qualche tentativo estemporaneo per togliere certezze allo sloveno.
Nella Ineos, fra gli altri, c’è Thymen Arensman, che è, quantomeno, un corridore da prima pagina della classifica generale. Il neerlandese, sesto lo scorso anno, ha gestito i primi impegni stagionali focalizzandosi soprattutto sulla preparazione del Giro e potrebbe rappresentare una carta strategica molto importante per la formazione britannica. Detto che in casa Ineos c’è anche Tobias Foss, altro corridore che può entrare in giochi tattici, magari a lunga gittata, un’altra squadra che potrà pensare fuori dagli schemi sarà la Bahrain Victorious, che punta sul duo italiano formato da Damiano Caruso e Antonio Tiberi, separati da 14 anni di età ma accomunati dalla voglia di lasciare il loro segno in classifica. Se per il siciliano bisognerà comunque vedere se la condizione giusta sarà arrivata in tempo, il laziale è parso più in palla, mostrando una notevole crescita, e la squadra sembra voler puntare principalmente su di lui. Per Tiberi si tratta del primo Giro della carriera e anche della prima corsa di tre settimane affrontate con i gradi da riferimento di classifica, tutti fattori da tenere in considerazione.
Finora non abbiamo citato la Visma | Lease a Bike, ed è cosa quasi incredibile se si pensa che nel 2023 la squadra neerlandese ha vinto il Giro e anche, successivamente Tour e Vuelta, Le cose, però, dopo 12 mesi, sono molto diverse la formazione giallonera arriva in Italia puntando in pratica solo su Cian Uijtdebroeks. Belga, 21 anni, finora in carriera ha corso solo una Vuelta, chiudendola all’ottavo posto. Di lui, però, si è detto un gran bene fin dalle categorie giovanili e ora si presenta al Giro da capitano di una squadra che rimane comunque molto competitiva e zeppa di corridori che, come gregari, sono un vero lusso, come Attila Valter e Koen Bouwman. Se tutto girerà bene, Uijtdebroeks potrebbe essere un uomo da podio, anche se i tanti chilometri a cronometro, specialità in cui sta lavorando ma non brilla, non lo favoriscono.
Da podio potrebbe essere anche Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale): l’australiano arriva al Giro sulle ali di buoni recenti risultati personali e, soprattutto, sulla spinta di un morale di squadra a dir poco altissimo. La formazione francese sta vivendo un 2024 oltre ogni aspettativa e sembra avere mezzi tecnici che possono contare molto, soprattutto nell’arco di tre settimane di gara. O’Connor, dal canto suo, è scalatore affidabile, che non si tira indietro quando c’è da attaccare. Al suo fianco avrà Aurélien Paret-Peintre, che nel 2023 chiuse 15esimo in classifica e che potrà rappresentare uno scudiero di qualità, nei momenti importanti, ma anche giocarsi qualche tappa avendo dimostrato ottime cose in questo inizio di stagione.
Una formazione le cui scelte hanno destato sorpresa è la Bora-hansgrohe. La formazione tedesca, per vari motivi, non porterà nessuno dei suoi uomini di classifica primari, fatta eccezione per Daniel Felipe Martínez, che in carriera è stato una volta quinto al Giro (era il 2021), ma che è tutto da valutare nell’arco di tre settimane in quanto a costanza di rendimento. In casa Bora si guarderà con parecchio interesse a quello che saprà fare il giovane Florian Lipowitz, il cui talento era rimasto latente fino alle belle cose fatte vedere al recente Giro di Romandia, dove ha brillato al cospetto anche di grandi nomi. Attenzione poi anche a Maximilian Schachmann, che sembra aver superato i momenti bui che ne hanno contraddistinto i recenti anni di carriera: non dovrebbe essere uomo da classifica, ma la sua classe potrebbe essere importante in chiave strategie di squadra.
Chi ha cambiato i suoi programmi per essere al via del Giro d’Italia 2024, annusando probabilmente la possibilità di fare una buona classifica, è Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan). Il kazako arriva da settimane abbastanza altalenanti, in cui prima ha lanciato segnali di ottima condizione e poi si è dovuto fermare causa malattia. Le sue qualità sembrano comunque sposarsi bene con un percorso che non presenta tante salite lunghe, in passato ha raccolto due top-10 al Tour de France, e, motivazione extra, la sua squadra ha un disperato bisogno di punti UCI per inseguire la permanenza nel WorldTour. Proverà a conciliare classifica e ambizioni di tappa Lorenzo Fortunato, che torna al Giro dopo le buone cose fatte vedere nelle partecipazioni passate: da vedere come la squadra vorrà gestirne le energie e quali obiettivi verranno definiti primari rispetti ad altri.
Altra squadra che non sta vivendo un momento eccezionale e che punta sul Giro per ravvivare il suo bilancio stagionale è la Movistar, che schiera Nairo Quintana, uno che la Corsa Rosa l’ha affrontata due volte in carriera, ottenendovi una vittoria e un secondo posto. Gli anni passano e il “Condor” non sembra avere più la rapacità dei bei tempi, ma in una gara di tre settimane la sua tempra va comunque tenuta in considerazione, anche se lui stesso sembra essersi tirato fuori dalla lotta per la classifica generale, puntando più a un successo di tappa. Proverà a lasciare il suo segno anche Einer Rubio, altro colombiano, che l’anno scorso ha chiuso all’11esimo posto: lui, come Quintana, potrebbe patire i tanti chilometri a cronometro di questa edizione, ma potrebbe anche recuperare molto terreno in salita e parte, almeno a parole, come primo uomo del team.
Mauri Vansevenant (Soudal-QuickStep) si avvicina al Giro con buone ambizioni. Per quel che riguarda la classifica, sarà lui il riferimento di una squadra che proverà però a muoversi praticamente su tutti i fronti, fra volate, fughe e, appunto, graduatoria generale, dove comunque è da tenere in considerazione anche Jan Hirt, sesto nel 2022. Il belga è corridore che in salita ci sa fare e i cui limiti vanno ancora del tutto appurati: questa corsa potrebbe favorirne la definitiva esplosione, potendo anche correre sicuramente meno sorvegliato, cercando di trovare soddisfazione nelle fughe.
Le qualità di Juan Pedro López (Lidl-Trek) sono già invece abbastanza note: tenacia, fondo e resistenza ne fanno una buona carta per la classifica, anche se probabilmente non da podio visti i chilometri a crono, ma anche lui ha mostrato una crescita importante quest’anno, facendosi notare soprattutto con un ottimo Tour of the Alps. Assente Hugh Carthy, la EF Education-EasyPost proverà a farsi valere in salita con Esteban Chaves, che però non sembra avere più il colpo di pedale dei tempi migliori e a crono soffrirà inevitabilmente, Jefferson Cepeda, che probabilmente andrà a caccia più di un successo parziale, e Simon Carr: il britannico è corridore più fresco e sa prendersi i suoi spazi in salita. Da vedere, però, come sceglierà di gestire le energie nell’arco delle tre settimane di gara.
Non ha invece vissuto un grande avvicinamento l’irlandese Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), che lo scorso anno fu in grado di cogliere il settimo posto finale. Il 27enne ha però un po’ faticato a trovare la condizione migliore in questa prima parte di stagione e, come tanti scalatori puri, sarà inoltre penalizzato dalle due lunghe cronometro in programma, dunque non sarà semplice per lui migliorare il piazzamento di un anno fa. Con lui, potrebbero puntare a un piazzamento tra i primi 15 anche i compagni di squadra Luke Plapp e Filippo Zana, ma è più probabile che entrambi vadano a caccia di successi parziali, anche se ovviamente non è da escludere che possano trovare spazio, soprattutto l’australiano, per giocarsi qualche carta in più.
Per quanto riguarda proprio le formazioni Professional, poi, c’è grande attesa per quello che sarà il 18° (e quasi certamente ultimo) Giro d’Italia di Domenico Pozzovivo (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè). Con i suoi 41 anni, il lucano sarà il corridore più esperto in gara, nella quale punta a un altro buon risultato con la speranza di restare fuori dalle cadute che spesso l’hanno colpito nelle ultime edizioni. All’opposto, tra i più giovani al via ci sarà il compagno di squadra Giulio Pellizzari, all’esordio assoluto in un Grande Giro. Per il secondo classificato del Tour de l’Avenir 2023 sarà quindi un primo test interessante per iniziare a capire quali potrebbero essere le sue ambizioni in futuro, anche se, più che curare la classifica, il classe 2003 andrà soprattutto a caccia di una vittoria di tappa. Discorso simile anche per un altro giovane esordiente azzurro, Davide Piganzoli (Team Polti-Kometa), anche lui sul podio finale dell’Avenir dello scorso anno, che avrà in Matteo Fabbro il mentore da seguire ed eventualmente supportare se lo scalatore friulano dovesse riuscire, in una squadra con maggiore spazio, a trovare finalmente il livello che da lui ci si aspetta da qualche stagione.
Sempre tra le Professional, in casa Tudor Pro Cycling le speranze di classifica sono affidate a Michael Storer, ma anche per lui non è da escludere un ruolo maggiormente incentrato sui successi parziali. Che probabilmente è quello che farà anche il canadese Michael Woods (Israel-Premier Tech), venuto al Giro appositamente per entrare nel club dei vincitori di tappa in ogni GT, che, peraltro, solo una volta in carriera, alla Vuelta 2017, è riuscito a chiudere tre settimane nella top-10.
Borsino dei Favoriti Giro d’Italia 2024
***** Tadej Pogačar
**** Ben O’Connor, Geraint Thomas
*** Thymen Arensman, Romain Bardet, Cian Uijtdebroeks
** Damiano Caruso, Alexey Lutsenko, Daniel Felipe Martinez, Antonio Tiberi
* Eddie Dunbar, Juan Pedro López, Aurélien Paret-Peintre, Domenico Pozzovivo, Einer Rubio
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